Nuova aiola con logo OIC

I nostri operatori, non solo professionisti ma anche persone sensibili

I nostri operatori mettono in pratica la loro professionalità nelle cure assistenziali ma anche le loro passioni per poter dare quel plus agli ospiti che solo il rapporto amorevole riesce a garantire.

Nel tempo c’è chi si diverte a raccontare barzellette, chi si è offerto di tagliare i capelli quando il parrucchiere non poteva accedere in struttura, chi ha truccato le nostre anziane donne mettendo smalto e rossetto, chi ha raccolto i fiori del giardino per riporli sui comodini degli ospiti.

In queste immagini vi mostriamo una delle nostre operatrici che ha messo a disposizione del nostro centro servizi la sua passione per l’arte realizzando corsi di pittura financo a creare nel cortile della nostra residenza il logo della nostra Fondazione Opera Immacolata Concezione coniugando l’arte alla voglia di poter esprimere l’appartenenza a questa grande famiglia.

Perché se si appartiene a qualcosa di importante in un mondo che spinge verso l’individualismo ci si rende subito conto che il proprio animo è fatto per fare comunità, per interessarsi a chi si sta vicino, di sapere che c’è qualcuno che ci chiede come stiamo. Così un luogo in cui ci si prende cura diventa un luogo in cui qualcuno ci prende in cura e da questa forza amorevole la comunità progredisce attraverso l’affermazione del singolo in rapporto agli altri.

La vita è fatta di momenti eclatanti come per esempio un successo lavorativo, un matrimonio, una laurea, una promozione o la nascita di un figlio. Questi momenti sono eventi che colmano il cuore di gioia, di partecipazione alla gioia degli altri, di voglia di far festa.

Ci sono anche gli eventi negativi, anch’essi eccezionali, come la perdita di un caro, la perdita del lavoro, una pandemia in corso. Tra questi eventi straordinari scorre un mondo fatto di quotidianità ed è in questo scorrere lento delle giornate che l’uomo trova il reale senso del proprio essere. Nel nostro mondo ciò avviene nella quotidiana presa in cura dei nostri anziani ospiti, nel limite delle misure anticovid dei loro familiari, e di noi stessi. Siamo infatti fragili tra i fragili. Proprio da questo presupposto viviamo il nostro lavoro con passione e dedizione non tanto perché è giusto o perché i principi morali ce lo impongono quanto perché sentiamo dentro di noi che risiede in ciò il vero senso del nostro esistere, ossia su come viviamo il nostro quotidiano. In ogni casa in cui ci si vuole bene ci si prende cura di se stessi, gli uni degli altri, dell’ambiente di vita proprio perché si sta parlando della propria casa.