Signora Stella per 8 marzo

La forza delle donne

Oggi 8 marzo si celebrano le donne e noi vogliamo farlo raccontandovi la storia della signora Stella Morselli che, nella sua semplicità, mostra come le donne sanno essere forti ma anche emotive, concrete nel loro agire ma anche sognatrici e soprattutto non “mollano mai!”

Nata a Cividale Mantovano (MN) il 12 luglio 1922. Dopo la licenza di V Elementare si presta ad aiutare la famiglia nella gestione di una piccola osteria in paese. Nel 1941 si sposa con Angelo e si trasferisce a Bozzolo.

«Mi sono sposata presto – racconta – avevo 19 anni. Angelo, mio marito, era di Suzzara, ma veniva dalle mie parti per questioni di lavoro e così ci siamo conosciuti e dopo un breve fidanzamento, sposati. Ci ha sposati Don Primo Mazzolari, il famoso parroco di Bozzolo, nel 1941. Nello stesso anno nasce la mia prima figlia, Noris.
Avevamo la nostra casetta in affitto, Angelo aveva il suo lavoro e sembrava che andasse tutto bene. Fino a quando scoppia la seconda guerra mondiale ed Angelo è costretto a partire soldato
».
La coppia viene separata dagli eventi bellici quando ancora non sa che è in arrivo un secondo figlio.



«Dal giorno della sua partenza – prosegue Stella – non ho più avuto sue notizie. Sono ritornata a vivere in casa con i miei genitori e, sotto i bombardamenti è nato Romano. Il Dottore insieme alla levatrice che mi aiutarono, mi invitarono a spedire una lettera al fronte per informare mio marito della nuova creatura e, inventando la scusa che io ero grave, ottenergli una licenza straordinaria. Ascoltai il loro consiglio ma quella lettera non arrivò mai al destinatario».

Poco dopo, arrivò una cartolina che annunciava che Angelo era considerato disperso.

«Non vi dico il dolore – racconta – di quei giorni, anche se nel mio cuore c’era sempre la speranza. Ma dovevo farmi forza, per i miei bambini”.

Grazie all’aiuto dei genitori, Stella supera gli anni difficili e dolorosi della guerra e un bel giorno, quando ormai non ci spera più, Angelo torna a casa, dimagrito, sporco, su una bicicletta sgangherata.

«Ma era proprio lui! Non credevo a miei occhi, le gambe mi tremavano, il cuore mi batteva forte e i bambini piangevano. Si, per loro era un forestiero e quindi avevano paura e si rifugiavano dai nonni. Angelo intuì subito che il piccolino era suo figlio, ma non poté abbracciarlo subito. Ci vollero mesi di amorevole pazienza prima che i bambini lo chiamassero papà».

La forza delle donne!